Referenti:
Non compilato

Abstract:
L’indicatore descrive la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) su cui si applica lo standard della Produzione Integrata - PI, definito IPM avanzato (Integrated Pest Management)dal Piano di azione nazionale che implementa la direttiva sull'uso sostenibile dei pesticidi Dir 2009/128/CE. Lo standard viene esplicitato nei disciplinari regionali che sono redatti conformemente alle Linee Guida Nazionali di Produzione Integrata.
La Produzione Integrata definisce il sistema di produzione agroalimentare che utilizza tutti i mezzi produttivi e di difesa delle produzioni agricole dalle avversità, volti a ridurre al minimo l'uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici - art. 2, comma 4 della L. 4 del 3 febbraio 2011. Poco più di un anno dopo l'entrata a regime del Sistema di Qualità di Produzione Integrata, la certificazione fa registrare un’adesione al Sistema in quasi tutta Italia, con la Puglia che presenta la maggior superficie coltivata e la Provincia autonoma di Trento con il maggior numero di certificazioni.
Descrizione:
I requisiti e le norme tecniche che contraddistinguono la produzione integrata, nonché le procedure di coordinamento delle regioni e delle province autonome che applicano tale standard in seno a sistemi di qualità di produzione integrata regionali o nazionale o delle specifiche misure adottate in ambito dei PSR o dell'OCM ortofrutta, sono definiti con decreto del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
I disciplinari regionali sono redatti conformemente alle “Linee Guida Nazionali di Produzione Integrata”, in seguito indicate con l’acronimo LGNPI.
Le LGNPI sono approvate dall’Organismo Tecnico Scientifico (OTS), il quale le aggiorna ogni qualvolta si rendesse necessario adeguarle alle novità tecniche, scientifiche e normative.
I disciplinari regionali sono approvati dalle rispettive Regioni e Province autonome previa verifica di conformità alle LGNPI da parte dei gruppi specialistici dell’OTS, ognuno per la propria area di competenza.
L’OTS si avvale del supporto di 3 gruppi specialistici:
- Gruppo Difesa Integrata (GDI);
- Gruppo Tecniche Agronomiche (GTA);
- Gruppo Tecnico di Qualità (GTQ).
I componenti di tali organismi sono rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e dei competenti assessorati regionali e delle Province autonome.
Lo standard della produzione integrata è formato da due branche, la difesa integrata e le tecniche agronomiche, sviluppate rispettivamente dal GDI e dal GTA. La formazione dei componenti e la natura pubblica dei predetti organismi garantisce le necessarie competenza e terzietà che conferisce allo standard valore scientifico e credibilità.
Lo standard fa propri i principi fondamentali di sostenibilità, sanciti tra l'altro nell'allegato III della Dir. 2009/128/CE che istituisce un quadro comunitario per l'uso sostenibile dei Prodotti Fitosanitari (PF), sviluppando a titolo di esempio, appropriati criteri di fertilizzazione, scelta delle varietà resistenti, avvicendamento colturale, irrigazione, tecniche di difesa preventiva, soglie di intervento, modelli previsionali, scelta comparata dei PF in relazione ai target e ai rischi (efficacia, residualità, selettività, insorgenza resistenze).
La PI è stata elaborata nel corso di decenni di lavoro e trova ampia applicazione a livello nazionale.
Pertanto, teoricamente l'indice di PI dovrebbe computare le superfici sulle quali lo standard viene applicato in virtù dei seguenti regimi:
- SQNPI - sistema di qualità nazionale di produzione integrata;
- SQ regionali- sistemi di qualità regionali di produzione integrata;
- SQ privati- sistemi di qualità gestiti da soggetti privati (GDO, agroindustria);
- misure di PI incentivate dai PSR;
- misure di PI incentivate dalle misure OCM.
La Legge n. 4 del 3 febbraio 2011 “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari” all’art. 2, commi 3 - 9 istituisce il Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (di seguito SQNPI) e prevede un processo di certificazione volto a garantire l’applicazione delle norme tecniche previste nei disciplinari di produzione integrata regionali nel processo di produzione e gestione della produzione primaria e dei relativi trasformati. Le suddette verifiche verranno svolte da Organismi di Controllo (di seguito ODC) sulla base dei piani di controllo regionali redatti conformemente alle Linee guida nazionali per la redazione dei piani di controllo della produzione integrata (di seguito LGNPC).
Le LGNPC riportano l’insieme dei controlli da effettuare affinché possa essere rilasciata la certificazione in merito alla conformità del processo produttivo e del prodotto alle norme tecniche previste dal disciplinare.
I lotti di prodotto certificati dall’ODC ottenuti conformemente a quanto disposto nei disciplinari regionali di produzione integrata possono essere identificati mediante l’apposito marchio del SQNPI di cui all’art. 8 del DM 4890/2014. L’operatore, con la sottoscrizione della dichiarazione di adesione al SQNPI, si impegna a rispettare i requisiti e le norme tecniche del SQNPI, a sottoporsi ai controlli previsti dai piani regionali e a rispettare le modalità d’ uso del marchio definite nel DM 4890/2014, inoltre, il marchio SQNPI può essere usato anche in abbinamento con marchi privati o collettivi che qualifichino il prodotto sulla base di standard diversi purché non si ingeneri confusione nel consumatore.
L'adesione al Sistema e' volontaria ed e' aperta a tutti gli operatori che si impegnano ad applicare la disciplina di produzione integrata e si sottopongono ai relativi controlli.
Considerato che non sono disponibili banche dati attendibili per l'applicazione della PI per tutte le fattispecie elencate, l'indicatore si limiterà a considerare i dati relativi al SQNPI e alle misure di PI attuate nell'ambito dei PSR regionali.
Scopo:
Lo scopo dell'indicatore è quello di esprimere il potenziale ritorno in termini di benefici per la salute pubblica e per l'ambiente riconducibile al grado di diffusione della PI, quale modalità produttiva a basso impatto ambientale.
Infatti, la rilevazione percentuale della superficie coltivata applicando il metodo della produzione integrata rispetto a quella totale esprime quanta parte della SAU nazionale - superficie agricola utilizzabile - è meno esposta a inconvenienti legati all'uso dei PF.
Stato indicatore:
Attivo
Azioni PAN:
A.7 - Difesa fitosanitaria a basso apporto di prodotti fitosanitari (articoli 18, 19, 20, 21 del decreto legislativo n. 150/2012).
RILEVANZA - L'indicatore:
È di portata nazionale oppure applicabile ai temi ambientali e/o agricoli a livello regionale ma di significato nazionale
È in grado di descrivere il trend in atto e l'evolversi della situazione ambientale e/o agricola
Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali e agricole, delle pressioni sull'ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
MISURABILITÀ - I dati utilizzati per la costruzione dell’indicatore sono/hanno:
Adeguatamente documentati e di qualità nota
Aggiornati a intervalli regolari secondo procedure affidabili
Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
SOLIDITÀ - L'indicatore:
Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
Principali riferimenti normativi e obiettivi:
Ai sensi della legge 3 febbraio 2011, n. 4 (paragrafo 3), è stato introdotto il Sistema nazionale di qualità per la produzione integrata, un regime volontario. Organismi di controllo approvati eseguono ispezioni annuali presso gli operatori certificati. Perché la certificazione venga concessa e "l’etichettatura" , occorre verificare che i principi e le misure specifiche della IPM siano stati applicati durante il periodo vegetativo, nonché nella fase successiva al raccolto.
L'obiettivo è offrire sia agli operatori del settore alimentare sia agli organismi di controllo le necessarie indicazioni sulla corretta applicazione della richiamata normativa al fine di assicurare una corretta informazione ai consumatori.
A) I commi da 3 a 9 della legge n. 4 del 3 febbraio 2011, definiscono un “Sistema di produzione integrata” dei prodotti agroalimentari finalizzato a garantire una qualità del prodotto finale, superiore alle norme commerciali correnti. Al riguardo rispetto al testo approvato in prima lettura dalla Camera, il Senato ha soppresso il riferimento alla superiorità “in termini di sanità pubblica, salute delle piante e degli animali, benessere degli animali e tutela ambientale”.
B) Il prodotto finale deve essere contraddistinto da un basso uso di sostanze chimiche, controllato da organismi terzi accreditati (in base a uno specifico piano di controllo), e identificato con uno specifico logo, al quale i produttori potranno aderire su base volontaria.
DPSIR:
Risposta
Tipologia indicatore:
Descrittivo (tipo A)
Efficacia delle politiche (tipo D)
Indicatori collegati:
Agricoltura biologica; Sostenibilità dei sistemi colturali
Riferimenti bibliografici:
Regolamento CE n. 1698/2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR);
LEGGE 3 febbraio 2011 , n. 4 - Disposizioni in materia di etichettatura e di qualita' dei prodotti alimentari;
DM n. 4890 del 08 maggio 2014 - Attuazione dell'articolo 2, comma 6, della legge 3 febbraio 2011, n. 4 recante «Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari», che disciplina il Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (SQNPI);
DM del Capo Dipartimento n. 1347 del 28 aprile 2015 recante disposizioni in materia di gestione del Sistema di qualità nazionale di produzione integrata;
Decreto Interministeriale SQNPI/VIVA.
Eventuali riferimenti web:
www.reterurale.it
Limitazioni:
I dati dell’ indicatore provengono dal Database del SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata) e, si riferiscono all'annualità 2016.
Ulteriori azioni:
Ultimamente si sta lavorando per far interagire il SQNPI con altri sistemi in maniera da creare sinergie utili alla valorizzazione delle produzioni certificate e alla riduzione dei costi di intervento. A titolo di esempio è utile sottolineare l'intesa sottoscritta dal Ministero delle politiche agricole e forestali e il Ministero dell'ambiente del territorio e del Mare per operare nello specifico settore vitivinicolo, con uno standard a basso impatto ambientale in grado di quantificare i progressi ottenuti sfruttando i due sistemi di qualità SQNPI e VIVA rispettivamente messi a punto dalle due istituzioni.
Lo standard di sostenibilità, inizialmente predisposto per il settore vitivinicolo, potrebbe essere esteso anche ad altri comparti agricoli e contribuire significativamente a ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla salute pubblica causato dall’impiego di prodotti chimici in agricoltura e da modalità produttive poco razionali.
Ulteriore azione che il SQNPI si prefigge, è quella di cercare di ampliare e omogeneizzare la base dati cercando di ottenere una maggiore adesione da parte degli agricoltori che intendono fregiare le proprie produzioni con il marchio nazionale.
Fonte dei dati:
MiPAAF
Metodologia di raccolta dei dati:
Il sistema informativo di gestione del SQNPI implementa automaticamente la Banca Dati.
Frequenza di rilevazione dei dati:
Mensile
Disponiblità dei dati:
Disponibilità totale
Unità di misura:
Chilogrammo (kg), Ettaro (ha), Tonnellata (t)
Descrizione della metodologia di elaborazione:
L'elaborazione dai dati avviene direttamente dal sistema gestionale del SQNPI e soprattutto, dalla funzione di GeoDataWherehouse, la quale permette di geolocalizzare e quantificare sul territorio i dati relativi alle aziende e/o impianti di trasformazione, aderenti al sistema informativo della produzione integrata.
Copertura spaziale:
Nazionale
Copertura temporale:
2016
Il SQNPI è stato concepito dal Mipaaf per diventare uno strumento competitivo, finalizzato alla valorizzazione e differenziazione dei prodotti sul mercato. Il segno distintivo ministeriale "Qualità sostenibile" è quindi in grado di assicurare al consumatore la coltivazione dei prodotti secondo tecniche rispettose dell'ambiente e della salute dell'uomo. L'entrata a regime del Sistema di Qualità di Produzione Integrata da poco più di un anno non permette di fare una adeguata valutazione dell'accuratezza e comparabilità nel tempo dell'indicatore.
Descrizione dello stato e trend:
Poco più di un anno dopo l'entrata a regime del Sistema di Qualità di Produzione Integrata, la certificazione fa registrare un’adesione al Sistema in quasi tutta Italia, con la Puglia che presenta la maggior superficie coltivata e la Provincia autonoma di Trento con il maggior numero di certificazioni. Analizzando i primi dati raccolti per il 2016, si evidenzia come il fenomeno sia positivo, cosi come lo è il settore della trasformazione e quello della commercializzazione. Tra i principali orientamenti produttivi il primato per superficie coltivata spetta all'uva destinata alla produzione di vino, seguita dall'olivo destinato alla produzione di olio e dagli ortaggi (comprendenti diverse categorie). Da quando è stato istituto il marchio, è in costante aumento l'interesse, da parte delle aziende e delle organizzazioni di produttori, ad aderire ad un sistema che offre un ventaglio di opportunità, come ridurre i costi di transazione della filiera e i costi produzione, comunicare e differenziare i prodotti, diffondere la produzione integrata, essere competitivi e, soprattutto cercare di avviare il percorso di certificazione europea.
Commenti:
Poco più di un anno dopo l'entrata a regime del Sistema di Qualità di Produzione Integrata, la certificazione fa registrare un’adesione al Sistema in quasi tutta Italia, con la Puglia che presenta la maggior superficie coltivata e la Provincia autonoma di Trento con il maggior numero di certificazioni (Tabella 1). Tra i principali orientamenti produttivi il primato per superficie coltivata spetta all'uva destinata alla produzione di vino, seguita dall'olivo destinato alla produzione di olio e dagli ortaggi (comprendenti diverse categorie). (Figura 1).
Titolo Tabella 1: Superficie Agricola Utilizzata e numero di aziende certificate SQNPI (2016) Fonte MiPAAF, Banca dati SQNPI Legenda SAU: Superficie Agricola Utilizzata SQNPI: Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata. REGIONE SUPERFICI SQNPI AZIENDE SQNPI DOMANDE DI ADESIONE ha n. ABRUZZO 321.92 82 2 BASILICATA 18,970.72 758 698 CALABRIA 19,156.75 926 910 CAMPANIA 0.00 0 6 EMILIA-ROMAGNA 803.13 21 10 FRIULI-VENEZIA GIULIA 9,536.09 184 178 LAZIO 59.07 8 13 LIGURIA 0.00 0 0 LOMBARDIA 91.46 4 10 MARCHE 1,405.98 98 97 MOLISE 0.00 0 0 P.A. BOLZANO 35.92 23 35 P.A. TRENTO 3,707.50 2,344 1 PIEMONTE 2,485.01 87 87 PUGLIA 24,399.23 1,045 951 SARDEGNA 0.00 0 0 SICILIA 14.66 4 2 TOSCANA 0.00 0 0 UMBRIA 49.17 1 1 VALLE D'AOSTA 0.00 0 0 VENETO 285.39 73 71 NAZIONALE 81,322.00 5,658 3,072 Titolo Tabella 2: Superficie Agricola Utilizzata SQNPI (2016) Fonte MiPAAF, Banca dati SQNPI Legenda SAU: Superficie Agricola Utilizzata; SAU fascicolo aziendale: aziende censite dal SIAN; SQNPI: Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata; REGIONE SAU fascicolo aziendale (ha) SAU SQNPI (ha) Rapporto %ₒ ABRUZZO 719,164.55 321.92 0.4 BASILICATA 1,042,580.29 18,970.72 18.2 CALABRIA 926,456.28 19,156.75 20.7 CAMPANIA 910,862.24 0.00 0.0 EMILIA-ROMAGNA 1,549,960.00 803.13 0.5 FRIULI-VENEZIA GIULIA 490,453.77 9,536.09 19.4 LAZIO 1,133,384.73 59.07 0.1 LIGURIA 80,776.53 0.00 0.0 LOMBARDIA 2,070,849.85 91.46 0.0 MARCHE 911,679.14 1,405.98 1.5 MOLISE 392,578.63 0.00 0.0 P.A. BOLZANO 286,891.55 35.92 0.1 P.A. TRENTO 184,636.08 3,707.50 20.1 PIEMONTE 1,301,592.62 2,485.01 1.9 PUGLIA 2,470,313.24 24,399.23 9.9 SARDEGNA 2,290,458.89 0.00 0.0 SICILIA 2,663,379.01 14.66 0.0 TOSCANA 851,031.18 0.00 0.0 UMBRIA 700,622.02 49.17 0.1 VALLE D'AOSTA 134,115.91 0.00 0.0 VENETO 1,558,317.89 285.39 0.2 NAZIONALE 22,670,104.40 81,322.00 3.6 - Titolo Figura 1: Principali superfici e produzioni agricole SQNPI (2016)
Fonte MiPAAF, Banca dati SQNPI