Descrizione:
L’indicatore permette di valutare la contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da residui di pesticidi immessi nell’ambiente da specifiche sostanze attive e si basa sulle informazioni raccolte ai fini del progetto (APA - 00041) "Qualità delle acque - Inquinamento da Pesticidi" che fa parte del Piano Statistico Nazionale. L’indicatore presentato fornisce un dato in termini di frequenza di ritrovamento e di distribuzione dei valori delle concentrazioni dei residui nelle acque di sostanze specifiche su cui concentrare l’attenzione. La scelta delle sostanze specifiche ai fini degli obiettivi del PAN deve considerare tutti gli aspetti che concorrono a determinare la possibilità di contaminazione delle acque e conseguentemente il rischio per l’uomo e per l’ambiente attraverso questa via di esposizione. In particolare è necessario tenere conto delle quantità immesse nell’ambiente e dei carichi per unità di superficie, delle modalità di rilascio e della possibile presenza di sorgenti puntiformi che potrebbero costituire delle vie preferenziali di contaminazione delle acque, delle caratteristiche che determinano il comportamento delle sostanze nell’ambiente e delle loro proprietà (eco)tossicologiche. La realizzazione dell’indicatore è il risultato di una complessa attività che coinvolge le Regioni e le Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, che gestiscono la reti di monitoraggio e trasmettono i dati all’ISPRA, che svolge un compito di coordinamento, indirizzo tecnico-scientifico, valutazione delle informazioni.
L’indicatore offre un’analisi dell’evoluzione della contaminazione sulla base dei dati raccolti a partire dal 2003 nell’ambito dei programmi di monitoraggio regionali. Tali programmi nati nell’ambito della regolamentazione nazionale sull’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari, si inseriscono nel quadro della disciplina per la tutela delle acque, che con la direttiva 2000/60/CE (Dir. 2000/60/CE) e le direttive originate in quel contesto, stabilisce i criteri per lo sviluppo delle reti e per l’esecuzione del monitoraggio e fissa standard di qualità ambientale per un certo numero di sostanze “specifiche".
Scopo:
Fornire una rappresentazione dello stato di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee da pesticidi su base nazionale, di specifiche sostanze attive supportando processi decisionali volti a limitare i rischi per l’ambiente. Seguire l’evoluzione della contaminazione derivante dall’uso delle sostanze considerate. Monitorare, infine, l’efficacia di specifiche azioni di mitigazione del rischio intraprese nei confronti di determinate sostanze
Azioni PAN:
A.5 - Misure specifiche per la tutela dell'ambiente acquatico e dell'acqua potabile e per la riduzione dell'uso di prodotti fitosanitari in aree specifiche (rete ferroviaria e stradale, aree frequentate dalla popolazione, aree naturali protette) (articoli 14 e 15 del decreto legislativo n. 150/2012).
Principali riferimenti normativi e obiettivi:
Al fine di acquisire informazioni sullo stato di qualità della risorsa idrica e di individuare eventuali effetti non previsti adeguatamente nella fase di autorizzazione dei prodotti fitosanitari, nasce nel 2003, nell’ambito della regolamentazione nazionale sull’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari (Decreto Legislativo 194/95, in attuazione della Direttiva 91/414/CEE, ad oggi abrogata dal Regolamento (CE) n. 1107/2009), il monitoraggio dei pesticidi a livello nazionale (relativo sia ai residui di prodotti fitosanitari, sia di prodotti biocidi, Direttiva 98/8/CE e Regolamento (CE) 582/2012).
Nella pianificazione del monitoraggio è necessario tenere conto delle sostanze individuate come prioritarie dalla normativa europea e nazionale. A livello europeo, nell’ambito della direttiva 2000/60/CE (Water Framework Directive), che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, con la decisione n. 2455/2001/CE è stato individuato un primo elenco di 33 sostanze o gruppi di sostanze per le quali è richiesto un intervento in via prioritaria a livello comunitario. Tra le sostanze in questione alcune sono state classificate come sostanze pericolose prioritarie. Gli Stati membri sono tenuti ad attuare le misure necessarie a norma dell’articolo 16, paragrafo 1, e dell’articolo 16, paragrafo 8, al fine di ridurre progressivamente l’inquinamento causato dalle sostanze prioritarie e arrestare o eliminare gradualmente le emissioni, gli scarichi e le perdite di sostanze pericolose prioritarie. La Direttiva 2013/39 del 12 agosto 2013 modifica la direttiva 2008/105/CE la quale istituiva gli standard di qualità ambientale per le sostanze prioritarie suddette, che sono espressi come un valore medio annuo in grado di garantire una protezione nei confronti dell’esposizione a lungo termine e come concentrazioni massime ammissibili per garantire la protezione contro l’esposizione a breve termine. L’elenco delle sostanze prioritarie è soggetto a revisione con frequenza non superiore a quattro anni.
Tra le sostanze prioritarie individuate, che pertanto sono soggette obbligatoriamente a monitoraggio, alcune sono utilizzate nei prodotti fitosanitari.
I recepimenti nazionali delle direttive europee sono: relativamente alle acque superficiali, la parte terza del Decreto Legislativo 152/06, che fissa i valori soglia delle sostanze prioritarie e di altre sostanze inquinanti; per quanto riguarda le acque sotterranee, il Decreto Legislativo 30/09, che definisce misure specifiche per prevenire e controllare l’inquinamento ed il depauperamento delle acque sotterranee.
Infine, l’analisi dei trend di contaminazione offre anche la considerevole possibilità di supportare processi decisionali volti a limitare i rischi per l’ambiente acquatico, di appurare l’efficacia di specifiche azioni di mitigazione e di seguire l’evoluzione della contaminazione rispondendo a quanto predisposto dalla Direttiva 2009/128/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi (il riferimento nazionale è il D.Lgs. n. 150 del 2012)